NOLA


Festa dei Gigli



Mi si era parlato a Napoli della festa di San Paolino a Nola e mi si era anche assicurato che meritava di essere veduta. Ero appena entrato a Nola che mi colpì la vista una strana cosa, della quale non avevao ombra d'idea e che mi fece dubitare di trovarmi piuttosto nelle Indie, od al Giappone, che in Italia, nella Campania. Vidi una specie di torre, alta, sottile, tutta ornata di carta rossa, di dorature, di fregi d'argento, portata sulle spalle da uomini. Era divisa in cinque ordini, a piani, a colonne, decorta di frontespizi, di archi, di cornici, di nicchie, di figure e coperta ai due lati di numerose bandiere.
Giunta poi ogni torre davanti alla cattedrale, incominciava uno strano spettacolo, imperocchè ognuna di quelle moli grandiose si dava a ballare a suon di musica. Precedeva i portatori un uomo con un bastone, il quale batteva il tempo, e le torri seguivano quello. Il colosso oscillava e sembrava ad ogni istante che volesse perdere l'equilibrio e cadere; tutte le figure si muovevano, le bandiere sventolavano; era un colpo d'occhio fantastico.


Di origine ausone, ma passata alla fine del V secolo in mano sannita, Nola assorbì cultura e costumi ellenici, come rivelano i preziosi vasi fittili rinvenuti nelle sue necropoli. Divenuta alleata di Roma dopo la seconda guerra sannitica, fu una delle principali basi di operazioni romane nello scontro con Annibale. Silla la conquistò nel 79 a.C., deducendovi una colonia di veterani e qui morì nel 14 d.C., Ottaviano Augusto. Dopo essere stata distrutta dai Vandali nel 455 d.C. e poi da Saraceni ed Ungheri, trasformata in contea dagli Angioini, fu feudo dei Monfort, prima, e degli Orsini, poi. Nel 1528 però tornò al demanio e seguì da allora le sorti del Regno di Napoli. A Nola, ebbero inizio, col pronunciamento militare di Morelli e Silvati, i moti risorgimentali italiani.
Nola è famosa soprattutto per essere, dal 409 d.C., sede episcopale di San Paolino, che introdusse nella chiesa l'uso delle campane dette appunto "nolae". Durante la festa che si celebra in suo onore la domenica successiva al 22 giugno, si portano in processione per le strade della città otto guglie, i Gigli, ed una barca, in legno e cartapesta, per ricordare l'accoglienza trionfale resa dalla città al suo Vescovo di ritorno dall'Africa, dove si era recato per riscattare il figlio di una vedova dalla schiavitù dei Vandali.