LUCRINO


I Campi Flegrei




Di qui la via che porta alle onde del tartareo Acheronte. Qui un gorgo torbido di fango in vasta voragine ribolle ed erutta in Cocito tutta la sabbia.

Durante la notte imperversò lo scirocco, un terribile temporale agitò il mare, che mugghiando si infrangeva contro le rovine del molo. Con lo spuntare del giorno il tempo si era fatto più sereno, seppure ancora incerto. Volgendoci dal mare verso la terraferma, raggiungemmo presto il lago d'Averno, che è così cupo e romantico! Proprio sulla riva c'è quel tempio maestoso di Plutone o di Apollo, la cui cella è ricoperta da una volta ammantata di verde, ormai diruta, che si specchia malinconico nell'acqua nera, mentre il Monte Sant'Angelo si erge alle sue spalle! Anche il lago d'Averno è un cratere, è quindi circolare, le sue acque sono immote e ricoprono una profondità vertiginosa e un passato tremendo - era da qui che il mortale entrava nel regno delle ombre.


Avvicinandosi ancora a Napoli si trova il famoso lago di Lucrino che ora non è molto più ampio delle anse della mia Brède, benchè un tempo la pesca nelle sue acque rappresentasse la principale gabella dei Romani. Il suo restringimento è dovuto alla distruzione della città di Tripergole nel 1538; al suo posto si è formato il Monte Nuovo, che ha occupato gran parte della superficie del Lago di Lucrino.